Come funziona la terapia EMDR
L’ EMDR, acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing, è una tecnica terapeutica che permette di ridurre l’attivazione emotivo-fisiologica legata ad episodi traumatici passati e non più giustificabili nel momento presente.
Si tratta cioè di un metodo terapeutico protocollato che ha come obiettivo la desensibilizzazione e rielaborazione di traumi attraverso una stimolazione bilaterale inizialmente svolta mediante i movimenti oculari.
E’ possibile imbattersi in episodi che minacciano severamente la nostra vita, come incidenti, abusi, terremoti e catastrofi in genere.
In tali circostanze la nostra mente reagisce con quel fantastico meccanismo fisiologico naturale che è l’ansia: il nostro salvavita per eccellenza.
Se in quei momenti ci fermassimo a pensare sul meglio da farsi anziché attivarci per metterci al sicuro, avremmo infatti più probabilità di morire.
L’attività cognitiva (la valutazione di quanto sta accadendo) in quei momenti lascia maggior spazio alla risposta emotiva di arousal, ovvero l’insieme di sintomi che riflettono una preparazione organica del corpo all’azione.
In situazioni di minaccia infatti il corpo devve essere il più pronto possibile a fuggire, quindi l’attività cardiaca aumenta per portare maggior sangue ai muscoli.
E’ solo ad evento traumatico terminato che il ristabilirsi dei livelli di arousal ci consente di riflettere, ma durante il trauma il normale processamento delle informazioni è interrotto e non avviene in modo funzionale.
Per inciso, intendo qui per informazioni tutti i dati che giungono al nostro cervello: i dati sensoriali (quanto vediamo, sentiamo, odoriamo, percepiamo a livello tattile o gustativo), le sensazioni fisiche interne (come tachicardia, pugno nello stomaco, tensione muscolare, etc) e i rapidi pensieri qui “sotto soglia”.
Il trauma viene congelato nella memoria
Il ricordo di quanto avviene è congelato nella nostra memoria, con tutto un repertorio di informazioni che subiscono un fallimento di integrazione, o non connessione, interferendo dopo tempo nella qualità di vita di tutti i giorni.
E’ così che alcune informazioni legate al ricordo di un episodio traumatico (come un singolo stimolo sensoriale) possono riattivare i vissuti emotivi e fisiologici dell’esperienza passata, perdurando nel tempo e condizionando l’individuo nel presente.
E’ come fare un tuffo nel passato: “spesso quando mi metto alla guida mi irrigidisco, sento lo stomaco sottosopra, stringo i pugni sul volante, mi viene da piangere e non riesco più a guidare“, mi racconta Veronica che giunge a me per episodi di panico.
Dieci anni prima aveva subito un incidente stradale durante il quale ricorda aver vissuto la stessa reazione.
Oggi si scatenava ogni qual volta vedeva i fari di un’auto avvicinarsi alla sua dallo specchietto retrovisore.
Tali reazioni possono ripresentarsi anche senza un nesso così chiaro. Possono esserci emozioni, sensazioni o reazioni comportamentali che riconosciamo essere fuori contesto ma che non sappiamo spiegarci. “E’ più forte di me, non so spiegarlo“.
A cosa serve la Terapia EMDR
Con la terapia EMDR si riattiva il normale processamento dell’informazione, favorendo l’integrazione delle informazioni in memoria e come la stessa fautrice della tecnica, “lasciare il passato nel passato“.
Ideata da Francine Shapiro nel 1989, è stata sviluppata ad oggi anche per l’elaborazione dei cosiddetti traumi “t minuscola”.
Si tratta di episodi avvenuti in fasi di vita più tenere, in cui la mente giovane o infantile non è ancora in grado di spiegare quanto avviene, al punto da congelarlo in memoria come episodio cardine di una credenza disfunzionale.
Fabio, oggi quarantenne, ritiene di essere un idiota incapace a difendersi. A 11 anni aveva subito episodi di bullismo. Ad oggi quando un amico fa una battuta benevola “si blocca”: si sente deriso e stupido nel non saper rispondere prontamente ad un’offesa in realtà inesistente.
Episodi di bullismo in infanzia possono dunque divenire ricordi non elaborati che interferiscono col presente, così come il perdere una persona cara o essere cresciuti con un genitore depresso o problematico in genere.
EMDR: stimolazione bilaterale
La stimolazione bilaterale tipica del protocollo EMDR, permette il riattivarsi del normale processamento dell’informazione, permettendo così il ricollocarsi dell’episodio traumatico e di guardarlo realmente per quel che è: un ricordo passato, un avvenimento lontano non più in grado di intervenire nel presente.
Con l’EMDR le informazioni non integrate durante il trauma assumono una nuova prospettiva, più funzionale, scaricandolo della vividezza e del corredo emotivo e fisiologico ormai non più necessario.
Durante la stimolazione infatti, al paziente è richiesto di focalizzare l’attenzione su più informazioni contemporaneamente: il ricordo delle immagini legate al trauma, quelle delle sensazioni fisiche-emotive avvertite e la cosiddetta cognizione negativa legata ad essi.
Al termine delle sedute EMDR, dopo diversi set di stimolazione mediante la semplice richiesta di seguire con lo sguardo il movimento delle dita del terapeuta, il ricordo risulta meno vivido, la sensazione fisico-emotiva ridotta e la credenza relativa a quel momento diviene positiva, consentendo infine una riduzione dei sintomi.
La stimolazione bilaterale visiva (ma anche tattile o uditiva nei casi in cui la visiva non fosse possibile per specifico paziente) attiva tutte le aree deputate all’elaborazione dell informazioni legate al trauma presenti nei due emisferi cerebrali e consente l’integrazione che era stata interrotta durante il trauma.
Numerose ricerche che si avvalgono delle tecniche di neuroimaging ed ECG dimostrano ormai come le aree emotive diffusamente attivate pre-trattamento, riducono la loro attivazione al rievocare l’episodio post-trattamento.
Al contempo si attivano quelle deputate al processamento dell’informazione cognitiva e sensoriale, permettendo un’integrazione delle stesse in modo funzionale.
Tale tecnica è consigliata non solo a quanti sono già consapevoli di aver vissuto un trauma e che riconoscono sintomi emotivi o reazioni invalidanti nella vita attuale, ma anche a quanti soffrono di disturbi emotivi e comportamentali che notano essere ricorrenti ed invalidanti.
Si possono citare disturbi d’ansia, depressione, attacchi di panico, lutto traumatico, disturbi di personalità, fobia specifica o sociale, disturbo del sonno tra i vari.
EMDR e disturbo post traumatico da stress
Largamente impiegato per il disturbo post traumatico da stress, l’EMDR può essere ben impiegato in casi di:
- traumi dovuti a storie di abuso di varia natura
- traumi dovuti a gravi incidenti
- traumi derivati dall’aver vissuto disastri naturali e non
- lutti
- vissuti di bullismo
- traumi infantili di altra natura