Si stima che tra l’1,8 ed il 5,8 % delle donne soffra di disturbo disforico premestruale.
Sintomi disturbo disforico premestruale
Facilmente confondibile con la sindrome premestruale, questo disturbo si caratterizza per umore ansioso e triste nel corso della settimana precedente l’arrivo del ciclo mestruale.
Nello specifico occorre che la donna soffra di almeno 5 sintomi ad ogni settimana precedente le mestruazioni dell’ultimo anno:
- marcati sbalzi di umore
- marcata irritabilità o rabbia, o un aumento dei conflitti interpersonali
- umore fortemente depresso, sentimenti di disperazione o pensieri di autocritica
- marcata ansia o tensione, con “i nervi a fior di pelle”
E almeno uno o più dei seguenti altri sintomi, arrivando così a 5:
- ridotto interesse per le attività abituali
- difficoltà soggettiva nel concentrarsi
- facile faticabilità o mancanza di energia
- evidente modificazione dell’appetito, mangiando oltre il normale o desiderando specifici cibi
- ipersonnia o insonnia
- senso di sopraffazione o sensazione di essere fuori controllo
- sintomi fisici quali indolenzimento o tensione mammaria, dolore articolare o muscolare, sensazione di gonfiore o aumento di peso.
I sintomi sono tali da associarsi a disagio clinicamente significativo o interferenza nei vari ambiti di vita (professionale, scolastico, sociale).
Di contro, la sola presenza di compromissione del funzionamento sociale o lavorativo non sono sufficienti a far pensare di soffrire del disturbo, essendo 5 i sintomi necessari per diagnosticarlo, tra i quali le alterazioni marcate dell’umore.
Allo stesso modo, la presenza di soli sintomi fisici e comportamentali nel periodo premestruale è più probabile soddisfino i criteri per una sindrome premestruale e non per il disturbo disforico premestruale.
Tipicamente raggiungono il picco massimo di intensità intorno al periodo di insorgenza delle mestruazioni e si rimettono spontaneamente entro pochi giorni dal loro sopraggiungere, svanendo nella settimana successiva.
Diagnosi disturbo disforico premestruale
Affinché se ne faccia diagnosi, è necessario verificare che i sintomi siano confermati da valutazioni prospettiche quotidiane per almeno due cicli sintomatici.
In caso contrario si parla di disturbo disforico premestruale provvisorio.
Il disturbo disforico premestruale può insorgere a qualsiasi età dopo il menarca e cessa in seguito alla menopausa.
Sembrerebbe che l’uso dei contraccettivi orali riduca i sintomi rispetto alle donne che, soffrendone, non ne fanno uso.
In alcuni casi tuttavia, l’insorgenza di tali sintomi in seguito all’assunzione di ormoni esogeni, può essere da essi stessi causata tale per cui se la loro sospensione fa rimettere i sintomi si parla di disturbo depressivo indotto da sostanze/farmaci.