Il disturbo depressivo persistente, anche detto distimia, fa parte dei disturbi dell’umore connotati da tono dell’umore deflesso.
Nello specifico l’individuo soffre di un umore depresso, triste, “giù di corda” per un periodo non inferiore ai due anni (1 anno in bambini ed adolescenti).
Sintomi disturbo depressivo persistente
In questo lasso di tempo il soggetto avverte sul piano sintomatologico almeno due dei seguenti sintomi:
- scarso appetito o, al contrario, iperfagia
- insonnia o ipersonnia
- scarsa energia o astenia
- bassa autostima
- difficoltà di concentrazione o difficoltà nel prendere decisioni
- sentimenti di disperazione
Durante il periodo di 2 anni (un anno in bambini ed adolescenti ove l’umore può apparire anche irritabile) chi ne soffre non ha trascorso un periodo superiore a due mesi in assenza di sintomi.
Non di rado tale individuo riceve doppia diagnosi di disturbo distimico e depressivo maggiore.
Si potrebbe definire il disturbo depressivo persistente come la variante cronica della depressione.
Il paziente appare cupo, pessimista, passivo, introverso, molto critico verso se stesso e gli altri, letargico e lamentoso. L’umore è depresso per la maggior parte del giorno e tutti i giorni.
L’esordio avviene in maniera subdola sin dall’adolescenza, ove l’umore deflesso può apparire per lo più come irritabile in giovane età, e il numero dei sintomi può variare mantenendosi sottosoglia per un episodio depressivo maggiore o divenire un episodio depressivo maggiore conclamato in comorbilità con il disturbo depressivo persistente.
In terapia tuttavia i sintomi depressivi in presenza di un disturbo depressivo persistente si rimettono più difficilmente, mentre è più facile si risolvano all’interno di un episodio depressivo maggiore senza distimia.
Chi ha un esordio precoce inoltre, ovvero ove il disturbo depressivo persistente sopraggiunge prima dei 21 anni, ha maggiori probabilità di essere affetto da un disturbo di personalità e/o da uso di sostanze.
Sebbene questo disturbo possa influenzare la qualità di vita del paziente in modo molto variabile con una compromissione del funzionamento sociale e lavorativo anche solo lieve, gli effetti del disturbo possono essere di pari livello o superiore a quelli del disturbo depressivo maggiore.
A maggior gravità dei sintomi, funzionamento di vita più compromesso e presenza di disturbi ansiosi o della condotta, la prognosi a lungo termine è più negativa.
Curare il disturbo depressivo persistente
Come per tutti i disturbi depressivi sono molti ormai gli studi che dimostrano l’efficacia della psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Tale approccio è volto non solo alla remissione della sintomatologia ma anche al trattamento delle recidive, ovvero ad evitare il rischio che il disturbo si ripresenti.